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Via Draghi, ma poi vogliono che lui tolga le castagne dal fuoco

Siamo davvero al patetico. Stanno a riempire di promesse gli italiani, mentre è già complicato gestire l’esistente. Ognuno cerca di presentarsi con qualcosa in mano di concreto agli elettori. Tutto il can can sulla Repubblica presidenziale non ci mette a tavola oltre le terza settimana. E lo stesso è per la bipolarizzazione di Enrico Letta.

Per portare qualcosa a casa è necessario andare oltre l’equilibrio di bilancio impostato da Mario Draghi e concordato con Europa e Bce. E’ un gran parlare di scostamento, il che significa trovare quelle risorse aggiuntive, che non ci sono, per consentire a tutti di utilizzare il piè di lista.

Adesso, anche Matteo Salvini parla di armistizio accodandosi a Carlo Calenda che, giustamente, pretende il copyright. Ma mentre il leader d’Azione può farlo vantando una certa coerenza, nel caso di quello della Lega scattano immediatamente due domande. La prima: perché ha concorso a far cadere il Governo Draghi che, in una situazione come quella che stiamo vivendo, avrebbe dovuto essere invece sostenuto? La seconda: che ci sta a fare con Giorgia Meloni convinta com’è di “monetizzare” proprio grazie ad una politica diversa da quella di un Governo che ha osteggiato sin dal primo giorno e di cui non vedeva arrivare la fine prima possibile?

Andiamo proprio bene. Se non fossimo davvero certi dei guai che ci potrebbero travolgere dall’autunno in poi, ci sarebbe da mettersi a ridere. Purtroppo, abbiamo a che fare con una classe politica di inaffidabili improvvisatori che campano grazie a quegli italiani che si lasciano incantare dai tanti pifferai e Pinocchio che ciclicamente ci suonano demagogiche melodie.

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