A Monza si vota fino alle 15 di oggi. La speranza è l’ultima a morire per quanto sia difficile – eppure ce lo auguriamo – che cambi decisamente il trend di afflusso alle urne registrato alle 19 di ieri sera. Un calo impressionate rispetto alle politiche dello scorso anno: 12% conto 58. Un dato preoccupante a prescindere dal confronto con altri appuntamenti elettorali.

Un’ impennata dell’ astensione che – sempre sia confermata alla chiusura delle urne – va ben oltre quel contenimento della partecipazione al voto che ci si può fisiologicamente attendere in occasione di una “suppletiva”, che evidentemente non gode dell’ effetto mobilitante di una consultazione generale. Un sonoro schiaffo in pieno volto alla politica, a questa politica di cui, evidentemente, gli italiani hanno le tasche piene.

Se la crescente disaffezione dal voto che andiamo registrando ininterrottamente da diversi anni, almeno fin qui, appunto perché alta, poteva ancora essere interpretata come una modalità, sia pure reattiva, di esprimere comunque un giudizio, astenendosi, sulla vita democratica italiana, oggi la caduta verticale di partecipazione al voto, se venisse confermata, apparirebbe talmente ampia e smodata da segnalare una rassegnazione, una totale apatia degli elettori, che si volgono letteralmente dall’ altra parte.

Alla rabbia, al dissenso sembra subentrare – ed è la cosa peggiore – un’indifferenza opaca, sorda ed inerte che ferisce al cuore la democrazia, compromette seriamente la legittimità di una rappresentanza talmente ridotta, crea un vuoto di partecipazione democratica che altri poteri potrebbero colmare. C’è da preoccuparsi seriamente e dovrebbero farlo, anzitutto, il governo che celebra i fasti del suo primo anno e registra, lo stesso giorno, la sua incapacità, la totale inettitudine a riaccendere una qualche passione civile nell’ animo degli italiani.

Dovrebbero preoccuparsene le singole forze politiche, di maggioranza e di opposizione, nessuna delle quali ha saputo trainare le fasce di elettorato che pure presumono di rappresentare. Dobbiamo preoccuparcene tutti. E’ come se la democrazia andasse via via spegnendosi, senza che nessuno abbia la forza di reagire e di porre rimedio.

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