Ci sarebbe da chiederselo se non ci fosse una risposta. Anzi più d’una. Un voto da schizofrenici quello dello scorso fine settimana? Nelle città, alcune anche importanti, si è levata un’ondata del tutto opposta a quella del voto europeo. La sinistra vince addirittura al primo colpo più di un importante capoluogo o va al ballottaggio per prima in tantissimi altri.
Firenze, Bari, Cagliari, Prato, Bergamo, Perugia c’hanno fatto entrare in una dimensione del tutto diversa rispetto a quella emersa con il voto per il rinnovo del Parlamento di Strasburgo. Verrebbe subito da pensare ad un confronto tra il voto per i “massimi sistemi” e quello concreto dei territori. ma non c’è solo questo.
Il sistema elettorale si conferma ancora una volta come un elemento destinato ad influire in maniera determinante. Quello proporzionale puro imperante in tutta Europa favorisce l’articolazione del voto. E questo costituisce sicuramente un elemento importante per ogni sistema democratico. Inoltre, a livello locale, e a differenza che nel passato, quelli del centrosinistra sono riusciti, evidentemente, a meglio coalizzarsi e ad offrire, luogo per luogo, le proposte più appetibili, oltre che un personale politico considerato più credibile dall’elettorato.
Messi a confronto i due responsi elettorali, apparentemente antitetici, verrebbe da riflettere su quale potrebbe essere davvero il risultato di un eventuale prossimo ritorno al voto per il Parlamento e su chi possa sentirsi autorizzato/a ritenere di avere il successo già garantito.
Anche dal voto locale la conferma di quanto l’ipotesi della creazione di un Terzo polo sia stata gettata all’ortiche. Si tratta di quelli che hanno studiato troppo tempo fa, e dimenticata, la storiella dei capponi nei Promessi sposi, impegnati quasi esclusivamente a beccarsi tra di loro “come accade troppo sovente tra compagni di sventura”.”