Su www.formiche.it di ieri ( CLICCA QUI ) è stato pubblicato un intervento di Raffele Reina che ha attualizzato davvero il riferimento ad Alcide De Gasperi per porre la questione del miglioramento della democrazia anche grazie alla riproposizione di una rappresentanza organizzata di cattolici in politica.
Il 19 agosto ricorre l’anniversario della scomparsa di Alcide De Gasperi, la figura più rappresentativa con Luigi Sturzo della storia del cattolicesimo politico e del “popolarismo” in Italia. In tanti con passione e spiccato senso di ammirazione ricordano la figura e l’opera dello statista trentino. Ha agito riferendosi sempre agli ideali del “popolarismo”, che con quelli socialisti hanno consentito la costruzione e lo sviluppo della democrazia in Italia.
Sono fondamentali se hanno la loro origine in una cultura legittimata, consolidata ed evoluta nel tempo. Infatti, due modelli storici, dopo l’esperienza liberale del “risorgimento”, hanno fatto nascere e crescere la democrazia in Italia: cattolicesimo politico e socialismo. Sono riproponibili oggi? Non certo nella forma del passato, sic et simpliciter, ma coerenti con la complessità della società contemporanea, della globalizzazione.
Il cattolicesimo politico, ritenuto oggi da alcuni addirittura residuale e poco utile, non ha abbandonato idee e credo nel “popolarismo”, anzi, sta rafforzando in tanti la convinzione che le scaturigini di questo originale paradigma politico siano tuttora necessarie per il buon governo dell’Italia, non a caso molti ne stanno discutendo con considerevole interesse. Il movimento politico dei cattolici, De Gasperi in testa, attraverso decenni ha contribuito con caparbietà a ricercare in democrazia la costruzione di un equilibrio possibile, imperniato su due pilastri: da una parte pace e giustizia sociale, dall’altra il bene comune.
Il pensiero non può non andare a quel mirabile storico documento chiamato Codice di Camaldoli del 1943, programma sociale ed economico voluto dalla Dc di Alcide De Gasperi, che applicò, una volta al governo, dopo le prime libere elezioni politiche del 1948, e che procurò diffuso benessere agli italiani. De Gasperi qualche anno prima di morire si adoperò per vedere realizzati provvedimenti che lo avevano visto impegnato con acume e lungimiranza politica.
Non si comprende perché oggi la illuminata lezione politica degasperiana, riconosciuta, e da tantissimi apprezzata in Italia e all’estero, e che affonda le proprie radici nel personalismo e nell’economia sociale di mercato (economia mista), sia stata quasi cancellata e ritenuta ininfluente, al punto da non avere più nel Parlamento italiano una rappresentanza organizzata di cattolici in politica. Oggi in occasione del ricordo del grande De Gasperi ci sono autorevoli personalità, donne, uomini, giovani desiderosi di far sentire alta la loro voce per rianimare una democrazia reale, fatta di libertà e di partecipazione, così come lo statista trentino e i suoi amici insegnarono e attuarono, proponendo idee e azione di vera e buona politica. Celebrare l’anniversario della scomparsa di De Gasperi non sia solo un evento da ricordare, ma un fatto storico a cui guardare per migliorare la democrazia.
Raffaele Reina