Oggi il Consiglio regionale veneto si pronuncerà sulla legge d’iniziativa popolare, presentata dall’Associazione Coscioni, diretta ad introdurre il fine vita nell’ordinamento del Veneto. Al voto si giunge con una profonda spaccatura all’interno della maggioranza di destra e della stessa Lega a seguito del sostegno convinto venuto dal Presidente Zaia.
A poco sono servite le sue dichiarazioni sul fatto che non si tratterà di un “voto politico”. La Lega va al voto in ordine sparso e in un mare di polemiche, sia a livello regionale, sia nazionale. Fratelli d’Italia voterà contro e solo alla fine del voto sapremo quanti consiglieri leghisti avranno seguito Zaia in quello che è il primo intervento di una regione in materia.
La Lega nazionale ha parlato con Simona Baldassarre, responsabile del Dipartimento Famiglia, secondo la quale “la difesa della vita, dall’inizio alla fine, è un principio cardine del pro gramma della Lega. Il nostro obiettivo e la nostra missione devono essere di aiutare la vita. In un momento in cui di morte si parla anche troppo, bisogna ribadire il valore inestimabile della vita in tutte le sue fasi, anche in quella terminale. Dobbiamo lottare – ha proseguito la Baldassarre- con forza per scongiurare la deriva mortifera frutto di una cultura dello scarto. La missione della politica, la nostra missione, deve essere di garantire l’accesso alle cure palliative, alla terapia del dolore e all’assistenza domiciliare a quante più persone possibili. La priorità non può essere come morire, ma come vivere con dignità”.
Molte organizzazioni cattoliche, di fatto organiche sia Fratelli d’Italia, sia alla Lega, sono rimaste spiazzate dalla presa di posizione del Presidente Zaia ed hanno rivolto appelli persino a Matteo Salvini ricordandogli le numerose volte in cui il Capo della Lega si è espresso a favore della Vita. Ma evidentemente le cose non sono andate come queste organizzazioni speravano perché non è venuta meno la determinazione di Zaia e della parte di Lega veneta che sta con lui.
Adesso la polemica è furiosa. Al punto che il Presidente della regione è indicato da qualcuno come un traditore. E c’è chi ha pensato bene di utilizzare manifesti che lo segnalano addirittura come “agente” del Pd.