Il cardinale Matteo Zuppi, Arcivescovi di Bologna e appena eletto Presidente della Conferenza episcopale italiana, ha ribadito la contrarietà della Chiesa al suicidio assistito. Lo ha fatto in occasione di un incontro organizzato da Repubblica delle Idee all’indomani della morte di Federico Carboni che tanto ha scosso la pubblica opinione.
Il prelato ha contemporaneamente ricordato che “la Chiesa non è per la sofferenza, tutt’altro” ritenendo che “una delle battaglie più importanti da fare insieme sia quella delle cure palliative che non sono garantite, che ancora sono largamente insufficienti rispetto alla necessità. E le cure palliative sono quelle che accompagnano nella sofferenza, la evitano. Addirittura fu Pio XII a dire quanto era importante togliere la sofferenza”.
Secondo il cardinale Zuppi, si è augurato che ” la discussione non sia sui casi estremi e che eviti l’estremizzazione, la polarizzazione, l’ideologizzazione. Spero il più possibile nella chiarezza delle posizioni e degli ideali per coniugare protezione della vita, scelta individuale e indispensabile accompagnamento e per trovare soluzioni che mettano insieme tutto questo. La vera sfida è umanizzare il più possibile coniugando la volontà individuale e quella di combattere la morte, mai di accettarla. Quello contro la sofferenza è il primo grande combattimento che possiamo e dobbiamo fare”.
Zuppi ha ribadito che il suicidio assistito che per la Chiesa non è ammesso: “la Chiesa dice: devo difendere la vita, non posso aiutare nella morte, ma farò di tutto perché l’accompagnamento nella sfida della morte sia il più umano possibile”. E’ a suo avviso importante l’indicazione della Corte costituzionale: “lo dico da cittadino, credo non possa non essere un punto di riferimento. Poi vedremo a cosa ci porterà la discussione politica”.